
Da Torino a Madrid. Acquerelli dalla collezione di Amedeo d’Aosta, Re di Spagna
Tra i vari episodi che dopo il trasferimento della capitale d’Italia a Firenze, testimoniano dell’affetto che i Savoia continuavano a dimostrare per Torino ci fu la richiesta da parte di Amedeo d’Aosta al Comune torinese, nell’ottobre 1870, di fare da padrino al battesimo del suo secondogenito. Accettata la proposta, la Municipalità deliberò di far fare un album “contenente le principali vedute di Torino” e di alcune località del Piemonte. Iniziò così una vicenda interessante, sia perché coinvolse personalità in strette relazioni con la corte, l’Accademia Albertina e la Promotrice delle Belle Arti, sia perché il gruppo di vedute commissionate rappresenta un interessante panorama della situazione artistica torinese poco dopo la metà del XIX secolo. Ritenute perse per oltre un secolo, venti furono esposte nel giugno 1980 in una mostra allestita presso la sede della Provincia di Torino, mentre qui al Filatoio di Caraglio se ne presentano in tutto ventiquattro, solo una in meno rispetto a quante ne furono eseguite.
Raffiguranti per lo più vedute torinesi, i soggetti dei dipinti riguardano luoghi ed episodi connessi alla vita del duca Amedeo di Savoia-Aosta e della consorte, la principessa Maria Teresa Dal Pozzo della Cisterna, con chiari riferimenti all’allora immediata attualità, connessa alla nomina dei duchi a Re di Spagna.
Ricostruita grazie ai documenti d’archivio, l’impresa fu affidata al conte Marcello Panissera di Veglio, presidente della Promotrice nonché Primo Mastro di Cerimonie di Sua Maestà, al quale toccò la scelta dei 22 pittori, per lo più docenti dell’Accademia Albertina, che eseguirono le opere: tutte identiche per formato e tutte pagate lo stesso prezzo, 400 lire l’una. Un insieme di dipinti che documentano la coesistenza nella Torino del secondo Ottocento di stili e maniere figurative alternative, dal romanticismo ancora dazegliano di Balbiano di Colcavagno al moderno paesaggismo di Giuseppe Camino e Antonio Fontanesi, quest’ultimo nominato appena l’anno prima professore di pittura di paesaggio all’Accademia.
Immagini che sono una visione in presa diretta delle trasformazioni urbanistiche che stavano sconvolgendo l’immagine dell’ex capitale sabauda, dalla Mole Antonelliana in costruzione ai nuovi quartieri di Vanchiglia e Borgo Po, e che furono il presupposto necessario al futuro sviluppo industriale dell’area. La mostra è realizzata in collaborazione con il Museo di Arti Decorative Accorsi-Ometto con la Curatela del Dr. Luca Mana, Responsabile delle Collezioni della Fondazione Accorsi-Ometto.